Nel 1992 vennero traslate nella chiesa di San Francesco a Ripa le spoglie mortali del grande artista Giorgio de Chirico, prima seppellito al cimitero romano del Verano. Per ospitare la tomba venne ricavata una piccola Cappella da una confinante proprietà del Ministero degli Interni, a cui si accede, oggi, da due porticine in fondo alla Cappella dell’Immacolata. La vedova del pittore, Isabella Pakszwer (in arte da scrittrice Isabella Far), donò ai frati francescani tre tele del Maestro da apporre nella Cappella della tomba. Le tele sono: Autoritratto, Ritratto della moglie Isa (La dama velata) e La Caduta o Salita al Calvario. La Caduta è una tela dalle vaste proporzioni, di cm 185 x 160, e si può considerare la più importante opera sacra del Maestro. L’opera rappresenta una delle cadute di Gesù della Via Crucis al Calvario, ma in basso a destra di chi guarda, in primo piano e a mezzo busto, è dipinto San Francesco d’Assisi. De Chirico sapeva bene che San Francesco non poteva essere presente al Calvario di Gesù, ma ha voluto inserirlo nel quadro perché ha visto in lui il santo che più piange la passione del suo Signore, in quanto primo santo stimmatizzato della storia della Chiesa. Ma ci chiediamo: perché la tomba di de Chirico è stata posta a San Francesco a Ripa a Trastevere e perché proprio in una chiesa francescana? E dovuto all’amore di Isabella Far per San Francesco e che ha influito anche sul marito Giorgio. Grande ammiratrice e devota del Santo, Isabella aveva voluto sposare Giorgio de Chirico nella Chiesa di San Francescuccio ad Assisi il giorno 5 marzo 1952. Poi, a cominciare dal 1980, due frati francescani acquistano un posto di grande importanza spirituale nella vita di Isabella: P. Elia Germano Ceratogli OFM e P. Felice Rossetti OFM Conv.. La vedova, nel 1978, al P. Felice Rossetti aveva donato alcuni oggetti personali del marito Giorgio, per il Museo di Arte Moderna “Felice Rossetti” a Viterbo presso la Chiesa di San Francesco alla Rocca. Isabella Far, in data 28 novembre 1984, scrisse una lettera a P. Elia Germano Ceratogli, in cui manifestò il desiderio che le spoglia di Giorgio de Chirico fossero conservate in San Francesco a Ripa, insieme alle tele da lei donate. P. Germano interessò della faccenda il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e così verso la fine di marzo del 1992 fu possibile la traslazione dei resti mortali dell’artista dal cimitero del Verano.
